Studio Arcobaleno

Disturbi dell’umore in età evolutiva

I Disturbi dell’Umore si caratterizzano sostanzialmente per un’alterazione del tono dell’umore in senso depressivo o di esaltazione, ai quali corrispondono alterazioni nei livelli di attività globale dell’individuo.
Nell’ICD-10 tali quadri diagnostici rientrano nella definizione di “Sindromi Affettive”, mentre il DSM-IV-TR utilizza la definizione di “Disturbi dell’Umore”, suddividendoli in due grandi categorie, definite sulla base degli episodi di alterazione dell’umore presentati dal soggetto:

  • DISTURBI DEPRESSIVI
  • DISTURBI BIPOLARI

Tali classificazioni diagnostiche non differenziano i quadri sintomatologici in base all’età e definiscono criteri univoci per i disturbi dell’umore sia per l’età evolutiva che per quella adulta. In realtà, soprattutto dal punto di vista clinico – descrittivo, le manifestazioni sintomatologiche nel bambino non sempre sono paragonabili  a quelle dell’adulto; generalmente, infatti, i sintomi possono mutare con il variare del livello evolutivo. Rispetto all’età adulta, inoltre, spesso non si è in presenza di quadri stabili, ma mutevoli, che si modificano in relazione a una serie di fattori (interni ed esterni al soggetto) e alla crescita stessa, che porta di per sé bambini e adolescenti a dover affrontare vissuti depressivi che si differenziano dal disturbo vero e proprio per frequenza e intensità.

La definizione, la diagnosi e il trattamento di tali disturbi in età evolutiva appaiono quindi ancora oggi piuttosto complessi. Le principali difficoltà di identificazione riguardano da un lato le caratteristiche che gli stati d’animo assumono nella specifica fascia d’età, (nei bambini con vissuti depressivi, per esempio, possono prevalere disforia e irritabilità rispetto a tristezza e malinconia), dall’altro la modalità attraverso la quale essi vengono esperiti e descritti dal soggetto.
Mentre, infatti, la capacità di percepire alcuni stati d’animo è presente sin dalla primissima infanzia, con il passare del tempo si viene a modificare l’abilità con la quale i bambini trovano il modo di descrivere a se stessi e agli altri tali vissuti. Inizialmente la difficoltà nella modulazione affettiva si esprimerà principalmente sul versante somatico e comportamentale e solo con il passare del tempo potrà svilupparsi una vera e propria capacità di autoriflessione sui propri stati mentali ed affettivi.
Questi fattori contribuiscono a rendere i Disturbi dell’Umore in età evolutiva quadri diagnostici spesso non riconosciuti e sottostimati, o confusi con altri tipi di disturbi.

Quanto esposto contribuisce a sottolineare l’importanza di identificare e riconoscere precocemente i primi segni e sintomi depressivi. I disturbi dell’umore, infatti, determinano in età evolutiva significative compromissioni influendo sullo sviluppo sociale, cognitivo ed emotivo a più livelli; possono, inoltre, in alcuni casi persistere fino all’età adulta e/o rappresentare i precursori di altri tipologie di disturbo.

Grazie all’attuazione di un accurato processo diagnostico lo specialista potrà giungere a differenziare tra forme evolutive e transitorie o patologiche e stabili ed eventualmente elaborare un progetto di intervento mirato alla presa in carico del soggetto e all’elaborazione delle difficoltà presenti. Nel caso in cui il disturbo venga diagnosticato nell’ infanzia, la collaborazione e il confronto con i contesti di vita del bambino, familiare ed eventualmente scolastico, potranno risultare preziosi sia per la comprensione del problema, sia per l’identificazione dei fattori protettivi e/o di rischio che possono incidere sull’evoluzione del disturbo.

Non avendo ancora, ad oggi, identificato cause specifiche ed univoche, in grado, da sole, di giustificare l’insorgenza dei sintomi, i Disturbi dell’Umore vengono considerati patologie ad eziologia multifattoriale. Nel percorso di diagnosi e pratica clinica ciò comporta la necessità di non trascurare nessun elemento dello sviluppo e nessun fattore capace di incidere su di esso.

Allo stesso modo il trattamento dovrà rispondere in modo globale alle aree dalle quali emerge una maggiore vulnerabilità, senza trascurare la possibilità di fornire sostegno ai contesti di vita del minore e creando una rete che supporti il soggetto e la sua famiglia.

Dal punto di vista sintomatologico i Disturbi dell’Umore presentano caratteristiche che possono variare significativamente in base all’età. Spesso i sintomi in infanzia e adolescenza possono essere difficili da osservare, perché confusi con altri sintomi o fisiologiche crisi evolutive e perché, nonostante possano essere particolarmente intensi, vengono espressi poco sul piano manifesto.
Di seguito saranno descritti brevemente i quadri fenomenologici attraverso i quali i disturbi possono manifestarsi.

DISTURBI DEPRESSIVI

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Nella primissima infanzia i vissuti depressivi possono manifestarsi attraverso sentimenti di tristezza e apatia, mancanza di esplorazione, di curiosità e di iniziativa, ma anche attraverso stati d’animo quali irritabilità, facilità al pianto, disturbi psicomotori (passività o irrequietezza), del sonno e dell’alimentazione. Possono essere frequenti le lamentele somatiche ed, in generale, è sul corpo che confluiscono la maggior parte dei sintomi. Il bambino può apparire spesso stanco, demotivato e mostrare difficoltà di concentrazione sui giochi o altre attività. Lo stesso atteggiamento può essere riscontrato nei primi scambi diadici: il bambino può apparire spento, non rispondere al sorriso sociale, presentare uno scarso aggancio visivo e una ridotta mimica facciale.
In età prescolare tali sintomi possono modificarsi sensibilmente ed è possibile osservare mancanza di attrattiva e motivazione nelle attività ludiche, che possono apparire ripetitive e caratterizzate da temi di dolore e perdita, difficoltà nella separazione dalle figure di riferimento, dipendenza, incapacità ad esprimere o modulare l’aggressività. L’irritabilità può cominciare a modificarsi in direzione di una più chiara oppositività, alla quale possono aggiungersi frequenti crisi di pianto o collera. Le lamentele somatiche possono persistere, ma essere più chiaramente identificate dal bambino (mal di testa, mal di pancia che non trovano riscontro in una causa di origine organica). Da punto di vista psicomotorio i soggetti possono presentare livelli di attività particolarmente bassi o, al contrario, eccessivamente elevati.
Con l’ingresso nella scuola elementare i disturbi dell’umore possono contribuire a creare difficoltà di apprendimento. Il rapporto con i pari può risultare faticoso e il bambino può essere spesso isolato o presentare difficoltà dal punto di vista comportamentale.
Mentre nella prima infanzia la sintomatologia legata al corpo può essere predominante, nell’adolescenza potranno cominciare a rendersi visibili le manifestazioni che si è abituati ad associare alla depressione adulta: sentimenti di inadeguatezza, vergogna, apatia, sensi di colpa, paura di non essere amati, perdita di speranza nel futuro, chiare alterazioni del tono dell’umore, che esulano dalle fisiologiche fluttuazioni legate all’età. Sul piano corporeo possono essere presenti disagi legati all’accettazione di sé e dei cambiamenti insiti nella pubertà.

DISTURBI BIPOLARI

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Caratteristica del Disturbo Bipolare nei bambini e negli adolescenti è una repentina oscillazione del tono dell’umore, alla quale fanno seguito spesso reazioni imprevedibili, difficilmente modificabili attraverso tentativi di rassicurazione o attenuazione. L’ intensità delle reazioni legate a queste modificazioni dello stato affettivo di base è così repentina e intensa che rende particolarmente difficile, alle persone che vivono a stretto contatto con il soggetto, la comprensione delle stesse.
Tutto ciò può portare bambini e adolescenti che soffrono di un Disturbo Bipolare ad avere notevoli difficoltà di relazione sia con i familiari che con altre persone significative. Anche l’immagine di sé, il rendimento scolastico, la vita sociale ed altre attività possono essere notevolmente inficiate, contribuendo a provocare nel soggetto un livello di sofferenza notevole.
Nella prima infanzia questi bambini possono mostrare un elevato livello di sensibilità, una bassa tolleranza alle frustrazioni e facile irritabilità. Dal punto di vista motorio possono apparire come iperattivi e difficilmente tranquillizzabili. E’ possibile osservare frequenti ansie, fobie e paure, che contribuiscono a renderli irrequieti e spaventati.
A causa della difficoltà di identificazione del disturbo in età evolutiva, la sintomatologia presentata viene difficilmente identificata e più spesso confusa come appartenente ad altri tipi di disturbi quali, per esempio, i Disturbi del Comportamento. Ciò anche a causa del fatto che nell’infanzia è più difficile osservare cicli d’umore ben differenziati.
In adolescenza, invece, la sintomatologia può apparire più chiara, i pattern comportamentali più definiti e possono essere presenti difficoltà alimentari e di comportamento.
Dal punto di vista affettivo i bambini e gli adolescenti con Disturbo Bipolare sono sottoposti ad un grande carico di sofferenza ed elevati livelli di stress. I cambiamenti del tono dell’umore, sfuggendo al loro controllo, contribuiscono a farli sentire impotenti ed incapaci di autoregolarsi. Questo può generare sentimenti di forte svalutazione e disistima e renderli protagonisti di episodi di disperazione frequenti e prolungati.
Lo stesso carico di sofferenza coinvolge la famiglia che si trova a dover far fronte a reazioni che, spesso, vanno oltre le loro possibilità di gestione e comprensione. Le caratteristiche proprie del disturbo, infatti, possono generare nel nucleo familiare e sociale di appartenenza del bambino o dell’adolescente un circolo vizioso sulla negatività che contribuisce ad aumentare la sofferenza e la percezione di sfiducia nelle possibilità sia del minore che degli adulti che si prendono cura di lui.
La prevenzione e l’identificazione precoce e tempestiva delle prime difficoltà restano i punti chiave per evitare che il disagio si strutturi in un quadro psicopatologico più grave e definito.

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