Studio Arcobaleno

Pubblicazioni in Psicologia

Il termine DESIDERIO deriva dal latino “de” (particella privativa) e “sidus/sideris”, ovvero “stella”. Letteralmente significa “condizione in cui sono assenti le stelle” e sembra abbia avuto origine al tempo in cui i sacerdoti erano impossibilitati a compiere le loro profezie a causa del fatto che il cielo si presentasse coperto dalle nuvole e quindi, appunto, privo delle stelle. Continua a leggere

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Capita che la nostra mente tenda a fare previsioni su ciò che accadrà anche sulla base di come sono andate le cose in passato.

Cosa implica questo?

Che, se abbiamo avuto la possibilità di fare esperienze pregresse “sufficientemente buone“, questo aumenterà la probabilità di approcciare a quelle future con fiducia e ottimismo.

Viceversa, potremo essere pieni di preoccupazioni e timori che con il tempo rischiano di “autoavverarsi“!

Questo ci ricorda quanto è importante, a prescindere da tutto, lasciare uno spazio “libero” dentro di noi, per darci la possibilità di sorprenderci!

Per riuscirci può essere utile:

Coltivare un atteggiamento di apertura e curiosità rispetto al domani

Avere fiducia nelle risorse che ognuno possiede per far fronte alle incertezze della vita quotidiana

Ricordare tutte le volte che la realtà ha disconfermato le nostre aspettative e le relative strategie di adattamento che sono state messe in campo

Per ogni ricordo positivo o negativo provare a trovare la controparte!


La respirazione è un ponte tra corpo e mente.

Allenare la respirazione consente di ottenere, anche in ambito sportivo, una quantità di benefici spesso sottovalutati:

ritarda l’insorgenza della fatica;

diminuisce il consumo metabolico di ossigeno;

rinforza i muscoli respiratori;

favorisce il recupero;

regola i livelli di attivazione e arousal;

“NON BASTA CONOSCERLE! “

Le tecniche di respirazione per risultare davvero efficaci devono essere apprese, allenate e automatizzate!

Solo in questo modo potranno avere sul nostro benessere psico-fisico l’effetto desiderato!

 

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Settembre è appena iniziato e nell’aria si respira ormai odore di rientro.

Scuola, lavoro, routine quotidiana, il pensiero di dover riprendere i ritmi e le “vecchie” abitudini può generare uno stato di preoccupazione e ansia sia nei giovani, che negli adulti.

Ma chi ha detto che tutto deve necessariamente tornare ad essere come prima?

La ripresa, se vissuta senza troppa ansia, può essere un’occasione per fare spazio al nuovo e ripartire con la giusta dose di curiosità ed entusiasmo.

Vediamo insieme come fare, quindi, per affrontare in 4 semplici step l’ansia da rientro:

 Per prima cosa è fondamentale darsi tempo per riprendere il ritmo gradualmente e adattarsi ai nuovi orari. Per questo può essere utile tornare dalle vacanze qualche giorno prima.

 Per abituarsi nuovamente ad attività più strutturate (scolastiche o lavorative) può essere utile organizzare le giornate alternando momenti di svago ad altri nei quali si svolgono compiti che richiedono un maggior livello di attenzione e concentrazione.

 E’ importante sentirsi liberi di parlare con le persone di fiducia di come ci si sente all’idea di tornare alla routine, cercando di dar voce sia alle preoccupazione che alle speranze.

 Questo Settembre non potrà mai essere uguale a quelli precedenti, è importante fare spazio al nuovo e darsi l’opportunità di accogliere le esperienze che verranno con curiosità.

Buon rientro a tutti!

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DIAGNOSI: quanto spesso ancora questo termine rischia di evocare il fantasma dello stigma, dell'etichetta? Continua a leggere


(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 13 giu. - Francesco e' un bambino di 7 anni e oggi frequenta con successo la seconda elementare. Ha un'intelligenza superiore alla norma, e' plusdotato, eppure all'eta' di 3 anni e mezzo e' arrivato all'Istituto di Ortofonologia di Roma (IdO) per un disturbo del linguaggio espressivo che investiva anche l'aspetto strutturale: non parlava, appariva ansioso, aveva una bassa autostima, una tendenza al perfezionismo e un'evidente inibizione sociale. Continua a leggere

La Professoressa Daniela Lucangeli dell'Università di Padova, spiega in parole semplici cosa sono i cortocircuiti emozionali e per quale motivo non è più possibile pensare che lo sviluppo cognitivo e quello emotivo rappresentino due percorsi separati. Questo intervento si colloca in linea con quella che dovrebbe essere una visione globale del bambino, rispettosa della complessità di cui è sempre portatore. Continua a leggere

Rendere la diagnosi il primo momento terapeutico e la terapia una continua revisione del processo diagnostico è il monito del convegno, che vuole ribadire la necessità di conoscere i vari aspetti dell’evoluzione del singolo bambino per proporre gli stimoli emotivamente e cognitivamente adeguati ad ogni tappa del suo percorso. Continua a leggere

(DIRE-Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 6 set. - L'aiuto per i bambini deve arrivare sempre dagli adulti. "È stato straordinario vedere nelle tante immagini delle zone terremotate dell'Italia Centrale quella resilienza che i genitori hanno saputo offrire ai loro figli". Cosi' Magda Di Renzo, psicoterapeuta dell'eta' evolutiva e responsabile del servizio Terapie dell'Istituto di Ortofonologia (IdO) di Roma, in merito alla gestione dello stress nelle zone colpite dal terremoto del 24 agosto. Continua a leggere