Studio Arcobaleno

NON SOLO DAD: LA GESTIONE DELL’ANSIA IN SITUAZIONI DI EMERGENZA.

“Osate cambiare, cercate nuove strade” recitava Robin Williams nel film “L’attimo fuggente” del 1989. Un suggerimento più che mai attuale se pensiamo allo stravolgimento nel modo di vivere e fare scuola intervenuto in seguito alla chiusura degli istituti scolastici provocata dall’emergenza legata alla diffusione del Covid-19 nel nostro Paese.

Nell’arco di queste settimane sono tantissime le richieste di docenti giunte allo sportello d’ascolto online, che esprimono le proprie preoccupazioni rispetto ai cambiamenti che tanto loro quanto gli studenti e le famiglie stanno vivendo, unite all’incertezza in merito alle conseguenze che tali situazioni produrranno nel futuro.

In un momento storico come quello attuale è quindi più che naturale trovarsi a dover gestire un aumento dei livelli di ansia percepiti sia sul piano personale che professionale. L’ansia corrisponde, infatti, a uno stato di allerta psichica che, nella sua forma adattiva, produce un’attivazione delle risorse individuali al fine di far fronte a eventi o stimoli percepiti come potenzialmente minacciosi. Quando raggiunge livelli di intensità e frequenza eccessivi, l’ansia rischia di interferire sul funzionamento dell’individuo producendo comportamenti che non facilitano l’adattamento alla situazione nuova, ma rischiano di ostacolarlo generando, per esempio, uno stato di iper-attivazione o, al contrario, un atteggiamento di scoraggiamento, percezione di impotenza e rassegnazione. In entrambi i casi l’energia prodotta in eccesso dall’ansia difficilmente può essere utilizzata in maniera funzionale e adattiva per affrontare efficacemente la condizione che la provoca, risultando nel primo caso dispersa, nel secondo bloccata.

Come utilizzare in maniera efficace e adattiva l’energia prodotta dall’ansia?

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1. RICONOSCETELA. Il primo passo per utilizzare efficacemente qualcosa è riconoscerne la funzione e il valore. L’ansia non va negata, svalutata o evitata. L’ansia va accolta e ascoltata. Cosa ci sta comunicando? Cosa ci sta chiedendo di fare? Utilizzate l’energia prodotta dall’ansia per attuare il cambiamento del quale voi e i vostri studenti avete bisogno, non solo nel modo di fare didattica, ma nel modo di ripensare il processo di insegnamento-apprendimento, adattando l’offerta formativa alle specifiche esigenze attuali.

2. NON SOLO DIDATTICA A DISTANZA. Non è solo la modalità di trasmissione dei contenuti disciplinari che è stata stravolta dall’emergenza, ma la stessa relazione educativa, perno del processo di insegnamento- apprendimento. “Nuovi” ambienti di apprendimento richiedono “nuovi” modi di accogliere gli studenti. In aula bastava il “Buongiorno” per percepire il clima della classe, oggi un saluto scritto o videoregistrato rischia di non essere più sufficiente, perché manca dei segnali non verbali preziosi per comprendere lo stato emotivo degli studenti. Trovate il modo di essere “umanamente” vicini ai vostri studenti, interessatevi a loro, a come stanno, a come trascorrono il tempo.

3. CULTURA È “MATERIA VIVA”. Sono tanti i racconti, le fiabe, le autobiografie, le storie di resilienza narrate dalla cultura classica e contemporanea, tante le esperienze di autori, poeti, attori, cantanti, scienziati, sportivi che possono essere utilizzate come spunto di riflessione e materiale didattico dal quale attingere per far nascere idee su come affrontare questo particolare periodo storico. Proponete ai vostri studenti storie che possano ispirarli e invitateli a fare altrettanto, andando alla ricerca di “esempi” anche tra i loro personaggi preferiti.

4. IL PROCESSO PIÚ DEL RISULATO. Se è vero che in condizioni di emergenza siamo tutti impegnati a gestire l’ansia legata al cambiamento, allora dobbiamo riconoscere a noi stessi e ai nostri studenti il valore dei tentativi che vengono fatti per risolvere i piccoli e grandi problemi quotidiani e non solo i risultati che si ottengono. Gestire l’energia in eccesso prodotta dall’ansia affatica tutti, di conseguenza tutti meritano un riconoscimento anche solo per il fatto di aver provato seriamente a mettersi in gioco. Valorizzate la qualità più che la quantità e aumentate la frequenza dei feedback formativi per incoraggiare e motivare.

5. CERCATE NUOVE PROSPETTIVE. Essere tesi e preoccupati è più che naturale, ma non fate che l’ansia diventi l’ago della vostra bussola interna. Sperimentate, datevi la possibilità di utilizzare questo tempo “nuovo”, “diverso” anche per entusiasmarvi all’idea di poter scoprire nuove strade, nuovi modi di guardare a voi stessi come docenti e ai vostri studenti come discenti. Sono i momenti di cambiamento quelli nei quali si possono scoprire nuovi percorsi e nuove possibilità.

“Sono salito sulla cattedra per ricordare a me stesso che dobbiamo sempre guardare le cose da angolazioni diverse…coraggio, è proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un’altra prospettiva, anche se può sembrarvi sciocco o assurdo, ci dovete provare!”

(L’attimo fuggente, 1989)

Dott.ssa Francesca Zaza

Psicologa – Psicoterapeuta

Per approfondimenti seguite il corso gratuito a distanza “La gestione dell’ansia e dello stress in situazioni di emergenza”.

https://www.diregiovani.it/2020/04/22/310088-non-solo-didattica-a-distanza-dad.dg/

 

 

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