Studio Arcobaleno

NON SOLO DAD: ADATTAMENTO E RESILIENZA.

Quando si parla di “strategie di adattamento” si fa generalmente riferimento all’insieme dei meccanismi psicologici e delle possibili reazioni messe in atto da un individuo per fronteggiare le sfide della vita. Nel confronto con le avversità l’individuo è infatti considerato un soggetto attivo, che può mettere in campo alcune risorse utili ad affrontare le difficoltà, favorendo l’attivazione di un processo di resilienza. Quando, come in questo particolare momento storico, la fonte dello stress risulta non facilmente identificabile, le persone corrono il rischio di vivere una condizione di tensione costante della quale potrebbero inizialmente non rendersi conto, ma che a lungo andare può interferire notevolmente con le capacità di adattamento. Per questo diventa importante porre maggior attenzione ai propri vissuti, pensieri, al proprio benessere fisico e alle risposte fornite dal corpo per cogliere in tempo possibili segnali che informano sull’eventuale necessità di attivare risorse utili a preservare il proprio benessere. Se molte persone, infatti, possono vivere la “fase 2” con sollievo e fiducia, altre potrebbero cominciare a risentire del lungo tempo trascorso in una condizione di precarietà e assenza di certezze.

 

TRE PASSI PER FAVORIRE L’ADATTAMENTO

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1. CONSAPEVOLEZZA. Il primo passo per mettere in atto efficaci strategie di adattamento è prendere consapevolezza del fatto che un evento stressante sta intervenendo nel mettere alla prova il nostro
equilibrio. Se non prendo atto che c’è qualcosa che interferisce sul mio benessere è molto difficile che me ne possa occupare.

2. DIALOGO INTERIORE POSITIVO. Immaginate di essere l’allenatore di voi stessi. Cosa vi direste per darvi supporto e incoraggiamento? Quali parole potrebbero rassicurarvi, motivarvi e spronarvi? Se vi sembra un lavoro difficile chiedete ai vostri studenti di fare lo stesso… le loro idee vi stupiranno!

3. TRASFORMAZIONE. L’immaginazione, il pensiero simbolico, il gioco, l’umorismo costituiscono strategie preziose per adattarsi alla realtà. Un esempio di questo ci viene dato dai bambini quando ripropongono nei loro giochi esperienze che possono averli turbati, cercando di elaborare un finale “diverso”, per loro in qualche modo più comprensibile.

 

PROPOSTE PER LA SCUOLA

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– SCUOLA DELL’INFANZIA E PRIMARIA: “SEMAFORO VERDE, GIALLO E ROSSO”.
Uno “strumento” piuttosto familiare, che può aiutare a trasmettere l’idea del cambiamento e del passaggio da uno stato di maggiore serenità a uno di preoccupazione e viceversa, è il semaforo. Se state lavorando con le videolezioni potete realizzarlo online con i vostri alunni e i loro genitori, diversamente potreste creare un piccolo video-tutorial da caricare sulla piattaforma o da inviare ai genitori per mostrare loro l’occorrente e i passaggi per realizzarlo. Basteranno fogli di carta, forbici, colori e dei fermacampioni (o in alternativa dei nastrini). L’idea è quella di creare, per ogni colore del semaforo, dei dischi di carta nei quali disegnare, incollare o scrivere emozioni, pensieri, comportamenti e “strategie” che i bambini possono provare quando sono sereni (verde), preoccupati (giallo), in difficoltà (rosso). I dischi possono essere sovrapposti l’uno all’altro e tenuti insieme con un fermacampione che permette di “sfogliarli” aprendoli a ventaglio senza che si perdano. I diversi colori del semaforo possono anche essere utilizzati per “rappresentare” ai bambini la fase 1 (rosso), 2 (giallo) e 3 (verde) dell’emergenza e i relativi vissuti, pensieri e comportamenti che le accompagnano. Lo strumento può essere infine esposto in casa di modo da essere visibile, così che possa sempre essere facilmente consultato e utilizzato all’occorrenza.

semaforo

 

– SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO E DI SECONDO GRADO: “RIDDIKULUS!”.
Il cambiamento è parte integrante dello sviluppo e del processo vitale, lo dimostrano la letteratura, la storia, le scienze e la psicologia. In molti casi, infatti, anche le nostre emozioni, pensieri, comportamenti possono trasformarsi. Un esempio di questo processo è contenuto nel film “Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban”, nel quale il Professor Lupin dimostra alla classe come è possibile affrontare e trasformare le proprie paure con… l’umorismo. Alla luce dei cambiamenti intervenuti nell’arco di queste settimane si può chiedere alla classe di provare a individuare una difficoltà, una preoccupazione, un ostacolo nel loro approccio alla scuola, all’apprendimento, alla relazione con i professori e con i compagni e provare ad affrontarlo guardandolo attraverso un’altra prospettiva, trasformandolo come si farebbe con una formula chimica. Per favorire l’inclusività e andare incontro ai diversi stili di pensiero e apprendimento si potrà lasciare ad ogni studente la possibilità di realizzare questo compito utilizzando, per esempio, parole, immagini e tecnologia.

“Voglio che vi immaginiate la cosa che vi spaventa di più e che la trasformiate in qualcosa di…buffo.”
Prof. Lupin, Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban

Dott.ssa Francesca Zaza

Psicologa – Psicoterapeuta

https://www.diregiovani.it/2020/05/11/313925-non-solo-didattica-a-distanza-dad-4.dg/

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